Re Immaginare
Partiamo dal presupposto che ogni prodotto artistico è un autoritratto: guardare il mondo con i propri occhi vuol dire reinterpretarlo e modificarlo continuamente. Nel momento stesso che si esegue uno scatto si sceglie di fissare un istante nel tempo, si sceglie di estrapolare un momento o un immagine e/o ricordo fissato nella propria memoria.
La ricerca intende affrontare il tema dell’appropriazione, citazione e rielaborazione. Il lavoro si concentra sulla riproposizione e quindi citazioni di immagini storiche legate al mondo dell’arte, del reportage, dell’informazione e della scrittura rielaborate in chiave contemporanea. Georges Didi-Hubermil afferma che: “Di fronte a un’immagine, per quanto antica possa essere, il presente non smette mai di riconfigurarsi. Di fronte a un’immagine, per quanto recente, contemporanea possa essere, il passato al tempo stesso non smette mai di riconfigurarsi, poiché quella immagine diventa pensabile solo in una costruzione della memoria, se non dell’ossessione”.
Un altro autore che lavora con questa metodologia lavorativa è l’artista brasiliano Vik Muniz. Qui l’artista parte da una immagine e la trasforma. Proietta a terra una icona della storia dell’arte (ma anche foto di politici o personaggi famosi) e la ridipinge utilizzando ogni tipo di materiale. Zucchero al cioccolato, alla marmellata, alla gelatina, fili di lana o di spago ai chiodi fino ad arrivare ai rifiuti. In fine, fotografa il lavoro e così lo presenta.
La ricerca parte dal concetto espresso da Georges Didi-Huberman. Una fotografia per quanto possa essere antica, si riconfigura nel momento stesso in cui, il fruitore si trova di fronte, la guarda l’osserva e la legge. La scelta degli autori e dei rispettivi lavori è ricaduta su professionisti dell’immagine che hanno saputo utilizzare il loro medium fotografico per rappresentare le ambiguità e le disuguaglianze della società fino a giungere ad autori d’avanguardia.Il presente lavoro si ispira all’opera di diversi autori Italiani ed internazionali legati al mondo dell’immagine e della scrittura.
Nel caso degli autori fotografi citati, il periodo storico preso in esame è particolarmente ampio. Si parte dal 1950 fino ad arrivare agli anni 2000. Robert Frank con il suo The Americans (1955-1956). Il fotografo, volgendo il proprio sguardo e il suo mezzo fotografico alla società americana racconta uno spaccato della società stessa, sottolineandone le disuguaglianze. Così come Josef Koudelka con la foto scattata il 22 agosto 1968 davanti alla spianata di San Venceslao. Anch’egli attento a temi legati al sociale e l’identità, dei quali è un chiaro esempio il lavoro sui Gyppies. Si passa per l’informazione o “news” degli anni 2000 con le immagini catturate dai soldati Americani con i loro cellulari nella prigione simbolo delle torture e degli abusi subiti dai prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib. Passando quindi ad autori come Mimmo Jodice fotografo di avanguardia, sperimentatore del linguaggio delle arti espressive e quindi del linguaggio fotografico.
Si arriva quindi, a citare scrittori legati al mondo della poesia. L’autore preso in considerazione è Franco Arminio. La scelta è ricaduta su di lui in quanto si è voluto dare un’impronta e un volto Italiano e contemporaneo legato al mondo della poesia. Attraverso l’utilizzo del testo “ la medicina cosmica” preso dal suo ultimo libro, La cura dello sguardo, si è tentato di rielaborare, quindi trasformare il testo in immagine.