Smart Existence Space
L’intento della ricerca è quello di proporre uno spunto di riflessione sul significato di lavoro intelligente conosciuto oggi come smart working e su come questa nuova modalità di lavoro abbia influito sugli spazzi e sulle vite delle persone. Portando in alcuni casi ad estremizzazioni sociali divenute ancora più evidente durante i lockdown. Questo cambiamento ha comportato una inevitabile trasformazione degli spazi privati e professionali delle persone. Eliminando del tutto la barriera che delimitava la vita privata e intima da quella professionale. Dando cosi forma ad uno spazio ibrido e sempre più interconnesso. Riprendendo il concetto di Ready-Made e dell’uso decontestualizzato del oggetto sedia, questa viene utilizzata come punto cardine nell’immagine, cosi da creare un punto di connessione tra il mondo reale e quello digitale.
A causa delle continue trasformazioni sociali, gli spazi in cui viviamo si trasformano e diventano qualcosa di ibrido. Dove l’intimità personale, famigliare e quella lavorativa subiscono una sovraesposizione continua. L’utilizzo quindi di un oggetto quotidiano diventa cosi un mezzo e un punto di ancoraggio nello spazio dove l’unica cosa che cambia in realtà è il background intorno a noi. Tra le cause di questo cambiamento non c’è solo la pandemia ma, sono le conseguenze dell’accelerazione e alienazione della nostra società (Accelerazione e alienazione, Hartmut Rosa), anche a causa dalla evoluzione della tecnologia, mutamenti sociali e dal ritmo della vita stessa, che ci costringe a ripensare e rivedere i nostri spazi vitali personali e professionali in un a nuova forma ibrida digitale, reale.
Per permettere questa connessione e creare così un legame tra gli spazi, il fruitore mediante l’utilizzo del proprio medium digitale, in combinazione con la realtà aumentata, un filtro creato appositamente per il progetto da utilizzare con Instagram, il fruitore digitale avrà la possibilità di ricercare il proprio spazio ideale. Espandendo cosi la concezione di spazio in qualcosa di dinamico. Dove il fruitore prima subisce la visione dell’artista, attraverso l’esposizione fisica delle opere, passa ad una partecipazione attiva e collettiva. Portando cosi alla luce la dissonanza sociale ed emotiva che si è creata da questa nuova forma di spazio ibrido e dallo smart working.